Questa sera al teatro Splendor di Aosta si è svolta la serata di premiazione della “La donna dell’anno” 2019.
Il primo premio è andato a Aminetou Ely, donna mauritana che è stata costretta a sposarsi a soli 13 anni. Nonostante le drammatiche condizioni sociali del suo Paese, ha fondato l'”Associazione delle Donne Capi Famiglia” (AFCF), contro le violenze domestiche e sessuali, il lavoro domestico delle minorenni, la schiavitù, il razzismo, l’esclusione, la tratta e il matrimonio precoce, la povertà; assiste legalmente donne vittime di violenze e opera per l’alfabetizzazione. Altro obiettivo di Aminetou è l’accesso delle donne al livello decisionale del suo paese.
Nei commenti riporto il comunicato della serata.
Ho avuto modo di parlare con Aminetou che sta facendo una lotta straordinaria e sono davvero contenta che abbia vinto lei anche se leggendo i curricula e le storie di tutte le candidate ho davvero visto vissuti straordinari e far parte della giuria insieme alle mie colleghe del consiglio è stato difficile.
È un periodo politico duro e chi mi conosce sa bene che non sono una femminista sfegatata ma devo ammettere che mi ha fatto piacere essere presente insieme a quasi tutte le mie colleghe donne del Consiglio Regionale (le colleghe Rini e Morelli non compaiono nella foto ma erano presenti) a una serata così importante che ha toccato tematiche, storie e battaglie che per me non hanno colori.
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Movimento 5 Stelle Valle d'Aosta
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